20 novembre 2010

GAP Guardiamo Ai Prezzi



Passeggiando lungo le strade del centro di Milano in un sabato pomeriggio piovoso mi imbatto nell'inaugurazione di Gap, colosso americano della moda low-cost, o quasi.
La capitale della moda nazionale sta attraversando da alcuni anni l'invasione di questi punti vendita che si affiancano ai grandi marchi del ready-to-wear nostrano (o prêt-à-porter, per chi non ha bisogno di controllare ogni volta come si scriva googlando il termine) e alle griffe storiche. Trovo giusto e sacrosanto che abbondino le boutique per chi vuol spendere svariate migliaia di euro acquistando una cintura Hermès o una borsa Bottega Veneta ma è altrettanto democratico lasciar proliferare templi dello stile chep and chic (dato che i cartellini dell'omonima linea di Moschino non lo sono per niente).
Zara continua inesorabilmente ad aumentare i prezzi (spesso non direttamente proporzionati alla qualità), Abercrombie & Fitch ha dimostrato che fondendo musica a palla, centimetri di pettorali scolpiti, profumi annebbianti e bionde sorridenti è possibile vendere migliaia di t-shirt stampate a 90 euro, H&M mira ad accontentare tutti i target possibili proponendo collezioni esclusive (martedì mattina avrà luogo la levataccia delle 5 per accaparrarsi abiti e accessori creati in collaborazione col marchio francese Lanvin) e sfoggiando ben due seconde linee: Divided e L.O.G.G. (Label of Granded Goods). A questi potrebbero aggiungersi anche Alcott, Carpisa, Motivi, Promod e tutti i brand del gruppo spagnolo Inditex: Oysho, Pull&Bear, Stradivarius e Bershka. Insomma, il mercato sembrava saturo. E invece no, mancava Gap (e prossimamente anche Banana Republic, linea d'élite appartenente allo stesso proprietario) e il suo buon rapporto qualità-prezzo.

Cos'ha Gap di diverso? Sorprendentemente qualcosa in più.
L'american style alla James Dean riflette la collezione maschile senza cadere nel look da tronista cowboy (vedi alla voce Abercrombie & Fitch) mentre quella femminile si arricchisce di stile grazie alla capsule Valentino for Gap, composta da alcuni capi disegnati appositamente dai direttori artistici del brand italiano Pier Paolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri. Ciò che ha colpito maggiormente la mia attenzione è la sufficiente qualità dei tessuti abbinata alla cordialità degli addetti alle vendite, all'ordine negli espositori (prendi nota Zara) e alla quantità di suddivisioni merceologiche. Uomo, donna, bambino, bambina, neonato, curvy (taglie forti) e addirittura premaman! Quando mai H&M, di cui pure benedico ogni punto vendita esistente su questa terra, ha mai pensato alle taglie over 48? 

Insomma, Gap non sarà la manna scesa dal cielo ma, facendo due calcoli, i conti tornano.

27 ottobre 2010

Bad girls

La casa cosmetica MAC ha lanciato una capsule collection molto ironica avente per protagoniste le spietate cattive delle fiabe Disney. Dalla gelida Malefica alla fashion victim Crudelia De Mon passando per quella vanitosa della Strega di Biancaneve e Doctor Facilier (personaggio de La Principessa e il Ranocchio, Wikipedia docet).
In una società così  buonista apprezzo la scelta di proporre delle icone diverse dalle solite gattine giapponesi o bambole platinate in camper ma, senza arrivare al lontano immaginario disneyano, sarebbe possibile attingere dalla nostrana classe politicamente spettacolatizzata per una linea di prodotti esclusivi. Qualche esempio?
La sanguinaria Daniela Santanché sarebbe perfetta per una crema post decorso a seguito di alcuni  interventi di chirurgia estetica (dai due alla dozzina), Alessandra Mussolini rappresenterebbe al meglio un colluttorio per le irritazioni alla gola post salotto televisivo. Per Mara Carfagna uno struccante talmente potente da lavar via tutte le sbavature del mascara, e anche quelle del proprio Curriculum Vitae. L'inserimento di Cristiano Malgioglio è dovuto al fatto che la prima della classe, una certa Mariastella, non può essere in alcun modo inserita nel team delle "cattive" perché, a differenza delle altre, lei non è fiera di esserlo (inoltre Malgioglio fa vendere più acqua ossigenata di Enzo Paolo Turchi e la Carrà messi insieme).

26 ottobre 2010

Jenny from Photoshop

Copia e incolla dal sito web ufficiale Gucci:

Gucci è lieta di donare un milione di USD al programma UNICEF "Schools for Africa" in Malawi e in Mozambico per rafforzare l’impegno di Gucci nei confronti delle attività dell’UNICEF a sostegno dei bambini e celebrare il lancio della collezione bambino di Gucci.
La nuova collezione bambino, rappresentata dall’iconico orsetto Gucci, è suddivisa nelle fasce di età 0-2 e 2-8 anni e sarà lanciata al pubblico con la collezione Primavera Estate 2011. La cantante e attrice Jennifer Lopez è la protagonista della speciale campagna pubblicitaria dedicata al lancio della nuova collezione bambino di Gucci, avvalorando ulteriormente la donazione di Gucci al programma UNICEF "Schools for Africa".
Dall’inizio della collaborazione nel 2005, Gucci ha devoluto oltre 9 milioni di USD all’UNICEF, sostenendo in maniera costante cure per salvare la vita di molti bambini e programmi che garantiscono servizi medici e prevenzione per gli orfani e i bambini indifesi nell’Africa sub-sahariana, dove l’epidemia dell’HIV/AIDS ne ha resi orfani circa 1 milione […].


Tanto di cappello a Gucci, complimenti a Frida Giannini e lodi ad UNICEF per questo nobile progetto umanitario. Lo scatto di Mert&Marcus è intenso, Emma e Max deliziosi ma... ma perché Jennifer Lopez sembra una sfinge? Effetto Tatangelo? 

25 ottobre 2010

Una goccia

Le modelle sono: anoressiche, malate, pelle e ossa, denutrite e, ovviamente, un cattivo esempio per le teen-agers. La simpatica casalinga di Voghera o il vicino di posto sul tram potrebbero concordare con i classici luoghi comuni che da anni ruotano intorno alle passerelle. Queste giovani ragazze sono semplicemente alte, talvolta bionde, a volte (sempre più spesso) straniere e incarnano per questo un modello di femminilità diverso da quello, tutto mediterraneo (dalla Loren alla Bellucci, per intenderci), che da anni caratterizza(va) le ragazze nostrane, almeno secondo la "massa". Sono malate? No. Sono denutrite? No (e qualcuno si prenda la briga di dare un'occhiata ai nutriti buffet allestiti nei backstage delle sfilate). Sono pelle e ossa? Se paragonate a Valeria Marini forse si ma, tutto sommato, qualunque cosa le differenzi dalla Marini non è che un bene. Su una cosa sono d'accordo, se per motivi stilistici ed estetici una ragazza taglia 38 veste meglio in passerella un abito sirena non è detto che la Bellezza debba per forza essere rappresentata solo ed esclusivamente dalle modelle in sfilata. Fino a qualche tempo fa le riviste di settore proponevano modelle, attrici, cantanti ed esponenti del così detto show-business tutte accomunate da un corpo snello, magro, longilineo. Oggi non è più così. 

La cantante della band The Gossip, tale Beth Ditto, è diventata una vera e propria icona fashion tanto da meritare decine di copertine (tra cui quella del rinomato semestrale LOVE edito da Condé Nast, gente che di Moda ne sa qualcosa, nonché Dazed&Confused), ha allietato il party parigino al Fendi O' durante la settimana della moda dopo essere stata invitata da Karl Lagerfeld in persona (Karl Lagerfeld!), direttore artistico del brand romano e di Chanel. Come una Kate Moss qualsiasi ha anche disegnato una collezione di abiti a suo nome per il marchio Evans. Stessa storia per la cantante Jennifer Hudson, finita sulla cover della Bibbia: Vogue America (diretta da quella simpaticona di Anna Wintour).
Anche le big star del piccolo e grande schermo stanno impazzando sui magazine di settore, la talentuosa protagonista del film premio Oscar Precious, Gabourey Sidibe, è stata immortalata da Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin per il numero speciale di V Magazine dedicato alle taglie, dalla XS alla XXL. Quel capolavoro televisivo che è Glee ha infine portato alla ribalta la sorridente Amber Riley nel ruolo (un pò stereotipato) di Mercedes Jones, idolo di migliaia di teen-agers (che tanto stupide non sono se hanno desistito dall'inforcare il rasoio dopo aver visto la pelata di Britney qualche anno fa). Infine il sito di Vogue Italia ha dedicato una sezione Curvy a chi vanta un fondoschiena modello Jennifer Lopez.
Insomma, BASTA con questa storia che che l'unica bellezza valorizzata sia quella "da modella". Certo, la maggioranza delle riviste in edicola propone ancora Claudia, Naomi, Sasha, Daria e Bianca sulle copertine ma, se paragonata al passato, la situazione è decisamente migliorata. Sarà una goccia nell'oceano? Forse, ma, date le dimensioni, sarà difficile evitare che si propaghi a macchia d'olio.

ps. questo post è stato ispirato dalla pseudo-conduttrice Barbara D'urso che, qualche settimana fa, ha annunciato un servizio sulla settimana della Moda milanese parlando di "ambiente pericoloso". Personalmente ritengo allarmante pensare a come lei (e i suoi programmi) influenzino queste benedette teen-agers!

24 ottobre 2010

Back for good

Avrei potuto intitolare questo post The bitch is back, oppure Never can say goodbye, o anche  The show must go on, insomma le canzoni che hanno per tema il tornare a far qualcosa affollano gli elenchi di iTunes ma ho scelto Back for good perché in questi giorni uggiosi di fine autunno i Take That sono tornati di prepotenza nei palinsesti radiofonici, Robbie Williams incluso. E' passato più di un anno dal mio ultimo post. Perché? Non lo so. Il vecchio blog, Express Yourself, era diventato un accumulo di pensieri disordinati senza costrutto (e lo si evince dando un'occhiata ai vecchi post qui sotto, che ho deciso di non eliminare dalla galassia internet per rispetto a chi si era preso la briga di commentarli).

E adesso?
Il nome Lo Stiloso può trarre in inganno, questo non sarà un luogo in cui si parlerà solo di Moda, lustrini e paillettes, né tanto meno mi ergerò ad esperto di settore (che non sono) ma tenterò di condividere ciò che mi appassiona, nella buona e nella cattiva sorte. Dall'ultima collezione di Cavalli (che, ahimé, non è mai l'Ultima) all'ennesima copertina di Kate Moss passando per fatti, notizie, indiscrezioni, approfondimenti, gossip e voci di corridoio che ruotano intorno a quell'immenso universo incapsulato nella parola Moda. Robbie &Co. si danno al canottaggio in polo e bermuda nel video della resurrezione The Flood, io preferisco ricordarli inzuppati d'acqua mentre "ballano" una specie di danza voodoo  anni '90. Se sono sopravvissuti alla polmonite di quei giorni temo che stavolta siano davvero tornati. 

24 settembre 2009

Old fashion & Lucky Strike


Dopo il flop della serie cult(o) Gossip Girl non mi sorprende che un altro capolavoro del piccolo schermo sia passato in sordina nel Bel paese. Mentre qui impazzano preti in biciclette, medici in famiglia e mafiosi dal grilletto facile oltreoceano va in onda Mad Men (dal 2007 sulla rete via cavo AMC, in Italia dal 2008 su Cult). Un tuffo nell'agenzia pubblicitaria Sterling Cooper e soprattutto un ritorno a quegli anni '60 fatti di cocktail, fumo e sesso tra gli uffici della Madison Avenue. Maschilista, vizioso e claustrofobico (in ogni episodio oltre trenta sigarette accese in sale riunioni, camere da letto, ristoranti) il serial è stato immediatamente lodato dalla critica per l'ottima ricostruzione storia, l'adattamento scenografico e stilistico (i variopinti abiti sfoggiati dalle protagoniste e gli impeccabili completi maschili farebbero impazzire qualunque fashion victim) ma soprattutto per le inquadrature morbide, i dialoghi serrati e l'apparentemente imperturbabile Don Draper. La trama è fitta di intrighi, lotte per la carriera, ambizioni, passioni e tanta malinconia.


Se gli uomini trascorrono tutto il tempo tra sedute di brain-storming e lenzuola le donne, ad eccezione della rossa Joan, sono deboli, civettuose e vittime dei loro sogni di stereotipata felicità. La triste Betty Draper ricorre all'analista per curare l'ansia causata dai lunghi silenzi del marito, Paul Kinsey veste i panni del cattivo roso dall'invidia per il capo e il collega scrittore mentre la piccola Peggy si fa strada in questo oceano di squali dalla sua scrivania di neo segretaria poco scaltra (ma dall'animo romantico).
Tra bicchieri di Old fashion e dozzine di lucenti Lucky Strike questi colletti bianchi dipingono una società senza scrupoli costruita su famiglie spezzate, guerre di potere, superficialità e vuoti esistenziali.
Illustrazioni di Dina Moe http://nobodyssweetheart.com/

18 agosto 2009

Victoria's secrets

In attesa della prima campagna stampa targata Victoria Beckham Collection il mensile americano V dedica alle nuove creazioni della Posh Spice un editoriale esclusivo. Dopo lo straordinario successo della prima collezione la fashionista per eccellenza propone abiti 100% luxury, per una donna moderna, madre in carriera e capace di affrontare la vita su tacchi 12 (come minimo!). Di solito non sono tenero con le celebrities che si improvvisano fashion designer (chi dimenticherà mai le collezioni coatte di J.Lo?) ma lo stile di Mrs. Beckham è assolutamente unico e inimitabile.
Che ne dite, promossa o bocciata?


Ph. Sharif Hamza
Styling Catherine Newell-Hanson
Scarpe e accessori: Carolina Amato, Balenciaga, Bottega Veneta, Dior, Salvatore Ferragamo, Christian Louboutin, Cesare Paciotti, Versace.

VICTORIA'S SECRETS - Take a look at this exclusive footage from the latest V Magazine, it is dedicated to the fall / winter Victoria Beckham Collection with a lookalike model. Usually I don't like celebrity fashion lines but this is totally different from the others, don't you think the same? In or Out?

3 luglio 2009

Buona la prima

Dopo continue anticipazioni sono state rese note le nuove campagne stampa per la stagione autunnale 2009 e in cima alla mia lista figura(va)no gli scatti di Steven Meisel per Louis Vuitton e quelli di Alas e Piggott per Emporio Armani Underwear. Probabilmente quando si hanno delle aspettative troppo alte è normale restare delusi o parzialmente insoddisfatti del risultato finale fatto sta che, dopo gli interessanti servizi per le passate inserzioni non posso nascondere un pò di amarezza nel soffermarmi ad osservare le nuove proposte. Marc Jacobs, direttore artistico della maison francese, riconferma Madonna come testimonial del brand e la riveste con abiti e accessori presi dalla poasserella parigina di febbraio, con tanto di orecchie alla Bugs Bunny (scelta non compleatmente apprezzata da stampa e buyers) e vestitini Barbie style. Il mio disappunto non nasce dall'accentuato uso di Photoshop, peraltro reso in modo artistico con ammiccamenti alla Pop Art, nè dai colori acidi e fluorescenti ma dalla staticità delle pose. Come è possibile relegare la Material Girl a semplice manichino da esposizione? Una che a 50 anni riempie interi stadi e auditorium con le sue performance musicali non merita un comune divano rivestito in velluto! Passi una foto ma a realizzare così un'intero portfolio si rischia di essere accostati ai cataloghi di Divani&Divani! Sono spiacente, ma l'impatto visivo dura a malapena 4 minutes!
Passando dalla padella alla brace vi sfido a soffermarvi sulla lingerie dei coniugi Beckham o sui loro tonici corpi aggrovigliati tra le corde da peschereccio. Chiunque si trovi davanti questi scatti pensa immediatamente "come gli hanno conciato i capelli?". L'attenzione è subito catturata da quella sorta di parrucchino con riporto corvino esibito dal calciatore inglese mentre la povera Victoria sfoggia una coda etnica degna della più nobile Regina delle paludi. Per la serie Io Tarzan, tu Jane. E dove sono finiti il fascino e la sensualità di Posh'n'Becks? Nonostante l'affiatamento matrimoniale queste foto trasmettono ben poca passione. Lui sembra pensare "Avrò fatto bene a lasciare Milano? Varranno ancora i punti nella tessera fedeltà alla Rinascente?", e lei "Spero che la tata faccia gli straordinari così faccio un salto da Hermés per una nuova Birkin in pelle di alce canadese!".
BETTER THE FIRST ONE - After continuous advances have been made here we have the new Louis Vuitton FW 2009 campaign shot by Steven Meisel and those of Alas and Piggott for Emporio Armani Underwear. Probably when you have too high expectations is normal to be disappointed or partially unsatisfied with the end, I can not hide some bitterness looking at this new proposals. Marc Jacobs, artistic director of the French maison, confirms Madonna as testimonial of the brand with both Bugh Bunny ears(choice not completely appreciated by the press and buyers) and Barbie clothes style . I appreciate the use of Solarization Photoshop effect, which is made so artistic with a wink to Pop Art, but I dislike the very static pose. How can relegate the Material Girl as a simple dummy? At 50 years old she fills entire stadiums and I don’t think she merits a common sofa covered in velvet! I'm sorry, but the visual impact lasts barely 4 minutes!
Going out of the frying pan into the fire I will challenge you to talk about Beckhams in underwear with their tonic bodies tangled in ropes vessel. Anyone in front of these pics immediately think "how have tanned their hair?". The attention is immediately caught by that sort of corvine hairpiece on the head of David while the poor Victoria boasts a tail ethnic worthy of more noble Queen of the marshes. And where did the charm and sensuality of Posh'n'Becks? Despite the harmony of marriage these photos convey little passion. He seems to think "Was the right decision leave Milan?” And Posh "I hope the nanny stays a little bit more so I can go to Hermés for a new Birkin!".

30 giugno 2009

Man in the mirror


Incontrastato Re del Pop ma anche maestro di stile, Michael Jackson ha incantato folle oceaniche di fan in delirio senza mai trascurare il proprio look e anzi rendendo unici e inconfondibili i suoi accostamenti. Dalle camicie variopinte degli anni '70 agli immancabili giubbotti di pelle passando per luccicanti completi argentati ricoperti da migliaia di paillettes. Sempre attento agli accessori al punto da rendere "sue" le calze bianche, il cappello e i preziosi guanti luccicanti. Le hits di Jacko continueranno a farci ballare sui dancefloors così come i suoi costumi resteranno sempre vividi nella nostra memoria. Yes, we will remember his time.
MAN IN THE MIRROR - The King of Pop has gone but his hits will sound in out minds forever such as his look. Through his whole career he showed us gold army jacket, sparkling gloves, black hats that increased his live performances. Yes, surely we will remember his time.
Ph. Associated Press, 2007

30 maggio 2009

Merci, Karl


Mai come in questo momento c'è grande fermento intorno alla Maison Chanel, la mitica casa di moda parigina diretta dall'iconico Karl Lagerfiel ha appena presentato il nuovo cortometraggio promozionale diretto da Jean-Pierre Jeunet ed interpretato da Audrey Tautou, ennesimo omaggio alla fragranza femminile più venduta al mondo: Chanel N.5.  Certo non deve essere stato facile rimpiazzare l'epico spot girato qualche anno fa dall'istrionico Baz Luhrmann con una Nicole Kidman in versione cenerentola di Montmartre; l'esile attrice parigina è inoltre sugli schermi cinematografici con la pellicola biografica Coco avant Chanel, destinata insomma a legare ripetutamente il suo nome alle doppie C dell'algida Coco. In autunno sarà il turno dell'altra testimonial Chanel, Anna Mouglalis, a lei il compito di emozionarci nel film Coco Chanel & Igor Stravinsky, presentato recentemente al Festival di Cannes.



Di tutti questi eventi quello che mi ha colpito maggiormente è stato lo splendido allestimento per la nuova Cruise Collection Chanel 2010 presso la spiaggia del Grand Hotel Excelsior Lido Resort di Venezia. In un'ambientazione da favola insieme alle numerose modelle illuminate dalla suggestiva luce del tramonto ecco comparire sei proposte destinate a riempire i guardaroba maschili! Lo stupore nasce dalla nota attenzione prestata alle collezioni femminili, da sempre l'unica fonte di promozione mediatica del marchio, adesso accostata a questi sei modelli for him. Personalmente non mi dispiacerebbe poter arricchire il mio armadio (immaginario, per ora) con le nuove creazioni proposte dal kaiser della Moda. Perché precluderci il piacere di indossare un Mito? Merci, Karl.


http://www.chanel.com/fashion/8#8 
MERCI, KARL - Even if Chanel has always been careful with female fashion in the show for its 2010 cruise collection in Venice there have been several male outfits. What do you think 'bout them? I'm already wishing to have some of them in my closet!

6 aprile 2009

Crederci sempre, arrendersi mai


Molti la amano, tanti la odiano, è così, non ci sono mezze misure quando si pensa alla Regina del tubo catodico, alla personificazione di una rete nazionale (Rai Due) ad una donna con la "D" maiuscola. Simona Ventura è senza dubbio la massima espressione della rimonta femminile dopo anni di imbustate vallette mute, l'anti De Filippi per eccellenza (come paragonare un bignè con panna ad una galletta di riso integrale), la Diva che ama provocare e ammaliare il pubblico maschile con succinte mise (dall'era Dolce & Gabbana ai più recenti DSquared2, Giorgio Armani, Gianfranco Ferrè) ma restando sempre con le zeppe ben piantate a terra. Definirla la Madonna italiana potrebbe sembrare azzardato ma la sig.ra di Chivasso non disdegna impegnarsi in più progetti (molti dei quali di incredibile successo) e gli ultimi 12 mesi l'hanno vista presente su più fronti: campionessa dell'audience con L'Isola dei Famosi, confermata esperta sportiva in Quelli che il calcio, eccelsa talent scout ad X Factor (Giusy Ferreri anzichè autografi rilascierebbe ancora scontrini alla Coop senza il suo fiuto) di cui sta per concludersi la seconda edizione, stilista in erba con il suo marchio di tute casual Star Chic (recentemente presentate anche alla settimana della Moda newyorkese), attrice a sorpresa nella commedia di Enrico Oldoini "La fidanzata di papà" con Massimo Boldi e autrice della biografia "Crederci sempre, arrendersi mai" pubblicata da Mondadori. Nonostante l'intensa vita professionale Super Simo non trascura il suo ruolo di madre single dopo il divorzio dall'ex calciatore Stefano Bettarini (concorrente del reality "Ballando con le stelle" dopo un disastroso tentativo di collocamento nei palinsenti televisivi Mediaset accanto alla Madre del trash Paola Perego).



La stampa nazionale straripa notizie e indiscrezioni sulla sua vita privata (molte delle quali frutto di fantasia) così per il suo 44esimo compleanno la Simona nazionale ha deciso di concedere un'intervista esclusiva al settimanale Vanity Fair che per l'occasione le dedica la copertina di questa settimana con servizio a cura della celebre fotografa internazionale Ellen von Unwerth. A chi l'accusa di eccessivo presenzialismo, di smodata ambizione e di sovraesposizione mediatica lei risponde facendo spallucce e continuando per la sua strada a testa alta e schiena drittaTanti Auguri Super Simo!

BELIEVE IN YOURSELF AND NEVER GIVE UP - You can love her or hate, there are no half measures when you think about the Queen of the Italia television, the personification of a national network (Rai Due) to a woman with the "W". Simona Ventura is undoubtedly the greatest expression of women's comeback after years of enveloped mute showgirl, anti De Filippi par excellence (as compared a cream bignè with a Galletta of rice), the Diva who likes to provoke and fascinate the men with succinct outfits (from Dolce & Gabbana’s Era to the latest DSquared2, Giorgio Armani, Gianfranco Ferrè) but with her plauteaux still well planted on the ground. Ms Chivasso not disdain to engage in more projects (many of them of incredible success): champion of audience with “Celebrity Survivor” and “Quelli che il calico”, excellent talent scout in X Factor (do you know Giusy Ferreri?), fashion designer with her own brand of casual suits
Star Chic, actress in a comedy of Enrico Oldoini "La fidanzatà di papò" featuring Massimo Boldi and author of the biography "Crederci sempre, arrendersi mai" published by Mondadori. 
Despite the intense life Super Simo does not neglect her role as a single mother after the divorce from football player Stefano Bettarini.The national press strays news and rumors about her private life (many of which are fruit of imagination) so for her 44th birthday Simona decided to grant an exclusive interview to Vanity Fair with a cover / portfolio by Ellen von Unwerth. Love her or hate her, she will continue on her way with head high and back straight. Happy Bithday SuperSimo!

9 marzo 2009

E' la stampa, bellezza

Dopo una settimana di sfilate nelle capitali della Moda (New York, Londra, Milano, Parigi) arriva, puntuale come una sbronza di Amy Winehouse, la temuta rassegna stampa che decreta vinti e vincitori delle passerelle. Le penne del giornalismo mondiale lucidano le proprie tastiere per recensire dettagliatamente ciò che si è riusciti a scorgere seduti in front row o, per i meno fortunati, qualche fila più il là. Inutile dire che sono soprattutto i fashion designers ad attendere con ansia questi bollettini di guerra. Le firme italiane sono spesso meno autorevoli in fatto di coerenza perchè poco pungenti o troppo solidali con le Maison (che, nonostante tutto, riempiono di attenzioni i colleghi stranieri). Al di là della Manica e negli States vige invece la più stretta disponibilità ad esaltare o distruggere una collezione che si ritiene entusiasmante o irriducibilmente deludente. A seguito della settimana della Moda milanese conclusasi qualche giorno fa (e a mio avviso poco esaltante se paragonata a quella di Parigi) ecco un valido esempio di quanto appena postulato. Protagonisti dei ritagli mediatici la sperimentale Miuccia Prada e il duo di ex-enfant prodige Dolce&Gabbana.
«Prada: è per lei che veniamo a Milano» Fashion Week Daily «La straordinaria collezione di Ms Prada offre ciò che si è ormai perso: intimità, contatto vero con le persone» The New York Times
«La passerella di stasera è stata bellissima, Ms Prada fonde il genio nel suo reame» Vogue UK«La cosa più gentile da dire sul superficiale tributo al Surrelismo di Dolce&Gabbana (inteso alla Jeff Koons) è che il duo sarà stato troppo impegnato sul lancio della loro linea di make up per dare un'occhiata al loro show fatto di maniche alla Mickey Mouse e riferimenti ad Elsa Schiaparelli» The Internation Herald Tribute «Dolce & Gabbana nel loro disperato bisogno di attenzione» Vogue UK
«Lo sperpero in materiali di lusso e in bellezza cinematografica non ha mai fine» Style.com
Dolci come miele o troppo golosi di yogurt? A voi l'ardua sentenza.


THE POWER OF PRESS. Today as always at the end of the fashion weeks it's very important to read press review. Sometimes it could be soft, other times less sweet. Here they are two examples from last Milano Fashion Week, the main charactes are Miuccia Prada and Dolce&Gabbana.
Now this is why we come to Milan,’ said one top editor while exiting into the rain. Fashion Week Daily
What Ms. Prada’s remarkable collection offered was something that has been lost to other values — and that is intimacy, real contact with people’s lives. The New York Times
Tonight’s show was very beautifully executed — Mrs. Prada allows wit within her fashion realm. Vogue UK
The kindest thing to say about Dolce & Gabbana’s superficial tribute to the Surrealists (by way of Jeff Koons) is that the design duo must have been too busy on their new line of makeup to take a clear look at this show of Mickey Mouse shoulders . . . and Elsa Schiaparelli references. The International Herald Tribune
The spending on luxe materials and a cinematic level of beauty never ceased. Style.com Dolce & Gabbana in all its attention-seeking glory. Vogue UK