24 settembre 2009

Old fashion & Lucky Strike


Dopo il flop della serie cult(o) Gossip Girl non mi sorprende che un altro capolavoro del piccolo schermo sia passato in sordina nel Bel paese. Mentre qui impazzano preti in biciclette, medici in famiglia e mafiosi dal grilletto facile oltreoceano va in onda Mad Men (dal 2007 sulla rete via cavo AMC, in Italia dal 2008 su Cult). Un tuffo nell'agenzia pubblicitaria Sterling Cooper e soprattutto un ritorno a quegli anni '60 fatti di cocktail, fumo e sesso tra gli uffici della Madison Avenue. Maschilista, vizioso e claustrofobico (in ogni episodio oltre trenta sigarette accese in sale riunioni, camere da letto, ristoranti) il serial è stato immediatamente lodato dalla critica per l'ottima ricostruzione storia, l'adattamento scenografico e stilistico (i variopinti abiti sfoggiati dalle protagoniste e gli impeccabili completi maschili farebbero impazzire qualunque fashion victim) ma soprattutto per le inquadrature morbide, i dialoghi serrati e l'apparentemente imperturbabile Don Draper. La trama è fitta di intrighi, lotte per la carriera, ambizioni, passioni e tanta malinconia.


Se gli uomini trascorrono tutto il tempo tra sedute di brain-storming e lenzuola le donne, ad eccezione della rossa Joan, sono deboli, civettuose e vittime dei loro sogni di stereotipata felicità. La triste Betty Draper ricorre all'analista per curare l'ansia causata dai lunghi silenzi del marito, Paul Kinsey veste i panni del cattivo roso dall'invidia per il capo e il collega scrittore mentre la piccola Peggy si fa strada in questo oceano di squali dalla sua scrivania di neo segretaria poco scaltra (ma dall'animo romantico).
Tra bicchieri di Old fashion e dozzine di lucenti Lucky Strike questi colletti bianchi dipingono una società senza scrupoli costruita su famiglie spezzate, guerre di potere, superficialità e vuoti esistenziali.
Illustrazioni di Dina Moe http://nobodyssweetheart.com/