20 novembre 2010

GAP Guardiamo Ai Prezzi



Passeggiando lungo le strade del centro di Milano in un sabato pomeriggio piovoso mi imbatto nell'inaugurazione di Gap, colosso americano della moda low-cost, o quasi.
La capitale della moda nazionale sta attraversando da alcuni anni l'invasione di questi punti vendita che si affiancano ai grandi marchi del ready-to-wear nostrano (o prêt-à-porter, per chi non ha bisogno di controllare ogni volta come si scriva googlando il termine) e alle griffe storiche. Trovo giusto e sacrosanto che abbondino le boutique per chi vuol spendere svariate migliaia di euro acquistando una cintura Hermès o una borsa Bottega Veneta ma è altrettanto democratico lasciar proliferare templi dello stile chep and chic (dato che i cartellini dell'omonima linea di Moschino non lo sono per niente).
Zara continua inesorabilmente ad aumentare i prezzi (spesso non direttamente proporzionati alla qualità), Abercrombie & Fitch ha dimostrato che fondendo musica a palla, centimetri di pettorali scolpiti, profumi annebbianti e bionde sorridenti è possibile vendere migliaia di t-shirt stampate a 90 euro, H&M mira ad accontentare tutti i target possibili proponendo collezioni esclusive (martedì mattina avrà luogo la levataccia delle 5 per accaparrarsi abiti e accessori creati in collaborazione col marchio francese Lanvin) e sfoggiando ben due seconde linee: Divided e L.O.G.G. (Label of Granded Goods). A questi potrebbero aggiungersi anche Alcott, Carpisa, Motivi, Promod e tutti i brand del gruppo spagnolo Inditex: Oysho, Pull&Bear, Stradivarius e Bershka. Insomma, il mercato sembrava saturo. E invece no, mancava Gap (e prossimamente anche Banana Republic, linea d'élite appartenente allo stesso proprietario) e il suo buon rapporto qualità-prezzo.

Cos'ha Gap di diverso? Sorprendentemente qualcosa in più.
L'american style alla James Dean riflette la collezione maschile senza cadere nel look da tronista cowboy (vedi alla voce Abercrombie & Fitch) mentre quella femminile si arricchisce di stile grazie alla capsule Valentino for Gap, composta da alcuni capi disegnati appositamente dai direttori artistici del brand italiano Pier Paolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri. Ciò che ha colpito maggiormente la mia attenzione è la sufficiente qualità dei tessuti abbinata alla cordialità degli addetti alle vendite, all'ordine negli espositori (prendi nota Zara) e alla quantità di suddivisioni merceologiche. Uomo, donna, bambino, bambina, neonato, curvy (taglie forti) e addirittura premaman! Quando mai H&M, di cui pure benedico ogni punto vendita esistente su questa terra, ha mai pensato alle taglie over 48? 

Insomma, Gap non sarà la manna scesa dal cielo ma, facendo due calcoli, i conti tornano.

27 ottobre 2010

Bad girls

La casa cosmetica MAC ha lanciato una capsule collection molto ironica avente per protagoniste le spietate cattive delle fiabe Disney. Dalla gelida Malefica alla fashion victim Crudelia De Mon passando per quella vanitosa della Strega di Biancaneve e Doctor Facilier (personaggio de La Principessa e il Ranocchio, Wikipedia docet).
In una società così  buonista apprezzo la scelta di proporre delle icone diverse dalle solite gattine giapponesi o bambole platinate in camper ma, senza arrivare al lontano immaginario disneyano, sarebbe possibile attingere dalla nostrana classe politicamente spettacolatizzata per una linea di prodotti esclusivi. Qualche esempio?
La sanguinaria Daniela Santanché sarebbe perfetta per una crema post decorso a seguito di alcuni  interventi di chirurgia estetica (dai due alla dozzina), Alessandra Mussolini rappresenterebbe al meglio un colluttorio per le irritazioni alla gola post salotto televisivo. Per Mara Carfagna uno struccante talmente potente da lavar via tutte le sbavature del mascara, e anche quelle del proprio Curriculum Vitae. L'inserimento di Cristiano Malgioglio è dovuto al fatto che la prima della classe, una certa Mariastella, non può essere in alcun modo inserita nel team delle "cattive" perché, a differenza delle altre, lei non è fiera di esserlo (inoltre Malgioglio fa vendere più acqua ossigenata di Enzo Paolo Turchi e la Carrà messi insieme).

26 ottobre 2010

Jenny from Photoshop

Copia e incolla dal sito web ufficiale Gucci:

Gucci è lieta di donare un milione di USD al programma UNICEF "Schools for Africa" in Malawi e in Mozambico per rafforzare l’impegno di Gucci nei confronti delle attività dell’UNICEF a sostegno dei bambini e celebrare il lancio della collezione bambino di Gucci.
La nuova collezione bambino, rappresentata dall’iconico orsetto Gucci, è suddivisa nelle fasce di età 0-2 e 2-8 anni e sarà lanciata al pubblico con la collezione Primavera Estate 2011. La cantante e attrice Jennifer Lopez è la protagonista della speciale campagna pubblicitaria dedicata al lancio della nuova collezione bambino di Gucci, avvalorando ulteriormente la donazione di Gucci al programma UNICEF "Schools for Africa".
Dall’inizio della collaborazione nel 2005, Gucci ha devoluto oltre 9 milioni di USD all’UNICEF, sostenendo in maniera costante cure per salvare la vita di molti bambini e programmi che garantiscono servizi medici e prevenzione per gli orfani e i bambini indifesi nell’Africa sub-sahariana, dove l’epidemia dell’HIV/AIDS ne ha resi orfani circa 1 milione […].


Tanto di cappello a Gucci, complimenti a Frida Giannini e lodi ad UNICEF per questo nobile progetto umanitario. Lo scatto di Mert&Marcus è intenso, Emma e Max deliziosi ma... ma perché Jennifer Lopez sembra una sfinge? Effetto Tatangelo? 

25 ottobre 2010

Una goccia

Le modelle sono: anoressiche, malate, pelle e ossa, denutrite e, ovviamente, un cattivo esempio per le teen-agers. La simpatica casalinga di Voghera o il vicino di posto sul tram potrebbero concordare con i classici luoghi comuni che da anni ruotano intorno alle passerelle. Queste giovani ragazze sono semplicemente alte, talvolta bionde, a volte (sempre più spesso) straniere e incarnano per questo un modello di femminilità diverso da quello, tutto mediterraneo (dalla Loren alla Bellucci, per intenderci), che da anni caratterizza(va) le ragazze nostrane, almeno secondo la "massa". Sono malate? No. Sono denutrite? No (e qualcuno si prenda la briga di dare un'occhiata ai nutriti buffet allestiti nei backstage delle sfilate). Sono pelle e ossa? Se paragonate a Valeria Marini forse si ma, tutto sommato, qualunque cosa le differenzi dalla Marini non è che un bene. Su una cosa sono d'accordo, se per motivi stilistici ed estetici una ragazza taglia 38 veste meglio in passerella un abito sirena non è detto che la Bellezza debba per forza essere rappresentata solo ed esclusivamente dalle modelle in sfilata. Fino a qualche tempo fa le riviste di settore proponevano modelle, attrici, cantanti ed esponenti del così detto show-business tutte accomunate da un corpo snello, magro, longilineo. Oggi non è più così. 

La cantante della band The Gossip, tale Beth Ditto, è diventata una vera e propria icona fashion tanto da meritare decine di copertine (tra cui quella del rinomato semestrale LOVE edito da Condé Nast, gente che di Moda ne sa qualcosa, nonché Dazed&Confused), ha allietato il party parigino al Fendi O' durante la settimana della moda dopo essere stata invitata da Karl Lagerfeld in persona (Karl Lagerfeld!), direttore artistico del brand romano e di Chanel. Come una Kate Moss qualsiasi ha anche disegnato una collezione di abiti a suo nome per il marchio Evans. Stessa storia per la cantante Jennifer Hudson, finita sulla cover della Bibbia: Vogue America (diretta da quella simpaticona di Anna Wintour).
Anche le big star del piccolo e grande schermo stanno impazzando sui magazine di settore, la talentuosa protagonista del film premio Oscar Precious, Gabourey Sidibe, è stata immortalata da Inez van Lamsweerde e Vinoodh Matadin per il numero speciale di V Magazine dedicato alle taglie, dalla XS alla XXL. Quel capolavoro televisivo che è Glee ha infine portato alla ribalta la sorridente Amber Riley nel ruolo (un pò stereotipato) di Mercedes Jones, idolo di migliaia di teen-agers (che tanto stupide non sono se hanno desistito dall'inforcare il rasoio dopo aver visto la pelata di Britney qualche anno fa). Infine il sito di Vogue Italia ha dedicato una sezione Curvy a chi vanta un fondoschiena modello Jennifer Lopez.
Insomma, BASTA con questa storia che che l'unica bellezza valorizzata sia quella "da modella". Certo, la maggioranza delle riviste in edicola propone ancora Claudia, Naomi, Sasha, Daria e Bianca sulle copertine ma, se paragonata al passato, la situazione è decisamente migliorata. Sarà una goccia nell'oceano? Forse, ma, date le dimensioni, sarà difficile evitare che si propaghi a macchia d'olio.

ps. questo post è stato ispirato dalla pseudo-conduttrice Barbara D'urso che, qualche settimana fa, ha annunciato un servizio sulla settimana della Moda milanese parlando di "ambiente pericoloso". Personalmente ritengo allarmante pensare a come lei (e i suoi programmi) influenzino queste benedette teen-agers!

24 ottobre 2010

Back for good

Avrei potuto intitolare questo post The bitch is back, oppure Never can say goodbye, o anche  The show must go on, insomma le canzoni che hanno per tema il tornare a far qualcosa affollano gli elenchi di iTunes ma ho scelto Back for good perché in questi giorni uggiosi di fine autunno i Take That sono tornati di prepotenza nei palinsesti radiofonici, Robbie Williams incluso. E' passato più di un anno dal mio ultimo post. Perché? Non lo so. Il vecchio blog, Express Yourself, era diventato un accumulo di pensieri disordinati senza costrutto (e lo si evince dando un'occhiata ai vecchi post qui sotto, che ho deciso di non eliminare dalla galassia internet per rispetto a chi si era preso la briga di commentarli).

E adesso?
Il nome Lo Stiloso può trarre in inganno, questo non sarà un luogo in cui si parlerà solo di Moda, lustrini e paillettes, né tanto meno mi ergerò ad esperto di settore (che non sono) ma tenterò di condividere ciò che mi appassiona, nella buona e nella cattiva sorte. Dall'ultima collezione di Cavalli (che, ahimé, non è mai l'Ultima) all'ennesima copertina di Kate Moss passando per fatti, notizie, indiscrezioni, approfondimenti, gossip e voci di corridoio che ruotano intorno a quell'immenso universo incapsulato nella parola Moda. Robbie &Co. si danno al canottaggio in polo e bermuda nel video della resurrezione The Flood, io preferisco ricordarli inzuppati d'acqua mentre "ballano" una specie di danza voodoo  anni '90. Se sono sopravvissuti alla polmonite di quei giorni temo che stavolta siano davvero tornati.